Il nuovo autoritarismo americano
Il piano di Trump per neutralizzare l'opposizione in modo permanente
Osservando i talk show e le prime pagine dei quotidiani italiani, si ha la sensazione che i nostri media non si siano accorti che gli Stati Uniti sono in transizione dalla democrazia a un regime autoritario.
Non il tipo di regime in cui esiste un solo partito e gli oppositori vengono imprigionati, esiliati o uccisi. Il collasso della democrazia americana condurrà a una forma di “autoritarismo competitivo”, in cui le elezioni sono aperte ma la competizione è impari, perché il governo abusa in modo talmente pervasivo del proprio potere che le regole del gioco e gli arbitri non sono più imparziali e le libertà civili e politiche non sono più garantite.
Steven Levitsky (Harvard University) e Lucan A. Way (University of Toronto) hanno spiegato in modo accessibile il concetto di autoritarismo competitivo in un articolo su Foreign Affairs. Il testo è protetto da paywall, ma è troppo rilevante per non ricevere attenzione in un paese a rischio come l’Italia. Pertanto, vale la pena riassumerlo e integrarlo con gli aggiornamenti necessari, vista l’evoluzione rapidissima degli eventi. Quanto segue non è una traduzione bensì una libera elaborazione sul testo degli autori, arricchita con informazioni aggiuntive e opinioni personali.
È probabile che l’amministrazione Trump finisca per violare le libertà civili in modi apertamente antidemocratici. Per esempio, Trump ha ripetutamente manifestato l’intenzione di ordinare all’esercito di sparare ai manifestanti, o incarcerare gli avversari politici e i giudici che contestano l’illegalità delle sue azioni.
Ma l’autoritarismo imminente assumerà una forma più sottile, basata sulla militarizzazione della pubblica amministrazione, dai ministeri alle agenzie governative.
I funzionari del governo sono arbitri decisivi della vita politica, economica e sociale degli Stati Uniti. Contribuiscono a stabilire chi viene perseguito dalla legge e chi subisce ispezioni fiscali, come e quando vengono applicate le regolamentazioni, quali organizzazioni godono di esenzioni tributarie, quali imprese ottengono licenze, concessioni e sussidi, quali università ricevono finanziamenti. L’uso strumentale e sistematico di queste prerogative per colpire gli avversari politici – che osserviamo, per esempio, nella Turchia di Erdogan e nell’Ungheria di Orban – può minare la democrazia liberale alle fondamenta.
Trump ha già iniziato a utilizzare l’apparato burocratico dello Stato per consolidare il potere. Prima ha emesso un ordine esecutivo che elimina le tutele previste per i dipendenti federali. Poi, in appena un mese, ha licenziato brutalmente decine di migliaia di funzionari non allineati, o anche solo sospetti, per rimpiazzarli con fedelissimi pronti a eseguire qualsiasi ordine.
I direttori della Federal Bureau of Investigation (FBI) e dell’Internal Revenue Service (IRS), l'agenzia governativa deputata alla riscossione dei tributi, si sono dimessi prima di essere licenziati. La nuova procuratrice generale (attorney general, equivalente al nostro ministro della giustizia), Pam Bondi, ha più volte dichiarato che “(i giudici) che hanno perseguito Trump saranno perseguiti”. Il nuovo direttore dell’FBI sarà probabilmente Kash Patel, che ha ripetutamente invocato l’incriminazione degli oppositori di Trump, pubblicando perfino una lista di persone da eliminare. La nuova direttrice della National Intelligence – che controlla 18 agenzie tra cui la Central Intelligence Agency (CIA), la Defense Intelligence Agency (DIA) e l’FBI – è Tulsi Gabbard, notoriamente allineata alla Russia di Putin. Secondo indiscrezioni, presto avrà inizio un’epurazione anche nelle forze armate.
Nel frattempo, Elon Musk si appresta ad assumere il controllo dell’IRS, che gli consentirà l’accesso ai dati personali più riservati di tutti i cittadini americani.
Le incriminazioni mirate sono un aspetto tipico della militarizzazione dell’apparato statale. Generalmente, i regimi autoritari ne approfittano per perseguitare gli avversari politici con il pretesto di reati minori, come irregolarità fiscali, diffamazione o violazioni di regolamentazioni poco conosciute. Se si controllano ferreamente l’agenzia dei tributi, il Justice Department, la CIA e l’FBI, è semplice scovare piccole irregolarità commesse in buona fede.
Poiché l’amministrazione non controlla i tribunali, l’esito delle incriminazioni non è scontato. Ma un governo non ha bisogno di incarcerare i suoi detrattori per danneggiarli. Gli indagati devono dedicare tempo e risorse a difendersi. Anche nel migliore dei casi, sono destinati a mesi o anni di angoscia, per sé e le proprie famiglie.
Tuttavia, pur non controllando i tribunali, Trump mira a controllare direttamente la legge. Dopo aver dichiarato, nello spirito dei dittatori più sanguinari, che “chi agisce per la salvezza paese è al di sopra della legge”, ha emesso un ordine esecutivo che riconosce soltanto a lui o al suo ministro della giustizia (Pam Bondi) il potere ultimo di interpretare e far applicare (ai dipendenti federali, cioè allo Stato militarizzato che sta costruendo) i suoi ordini esecutivi, anche quando qualche giudice accerti che tali ordini sono in contrasto con la legge. In questo modo, Trump mira a fare esattamente ciò che ha scritto, cioè porsi al di sopra della legge.
L’amministrazione Trump certamente userà il Department of Education contro le università, tradizionalmente teatro di attivismo politico, e i professori, fisiologicamente portatori di pensiero critico. In appena un mese, Musk ha smantellato il sistema pubblico della ricerca, portando a un passo dalla chiusura agenzie fondamentali come USAID, Centers for Disease Control and Prevention (CDC) e National Institutes of Health (NIH). L’attacco alle università private è già iniziato, con misure che ridurranno drasticamente i finanziamenti pubblici portando alla chiusura di molti atenei e ospedali universitari. Dedicherò a questo tema uno dei prossimi post.
La militarizzazione dello Stato non serve solo a reprimere il dissenso. Trump userà politica economica e regolamentazione per coltivare nuovi sostenitori e premiare persone, imprese e organizzazioni amiche. Così come schierarsi contro un regime autoritario comporta gravi rischi, sostenerlo è foriero di guadagni rilevanti. In quella che l’editorialista del New York Times Michelle Goldberg ha descritto come “la grande capitolazione”, imprenditori un tempo critici con Trump si sono affrettati ad appoggiarlo, sia tramite affettate dichiarazioni pubbliche sia con abbondanti finanziamenti per la sua campagna elettorale e il suo partito.
Il settore dei media, cruciale per la propaganda, ospita i maggiori protagonisti della grande capitolazione. Per esempio, il Washington Post è controllato da Jeff Bezos, la cui azienda più importante, Amazon, compete per contratti federali milionari. Il proprietario del Los Angeles Times, Patrick Soon-Shiong, vende prodotti medicali soggetti all’approvazione della Food and Drug Administration. Bezos e Soon-Shiong hanno impedito alle proprie testate di pubblicare un endorsement per Kamala Harris, e ora partecipano attivamente alla diffusione della narrazione trumpiana. La genuflessione di Mark Zuckerberg potrebbe sembrare ancora più clamorosa, ma da anni Facebook è uno dei principali mezzi di propagazione della propaganda populista e dell’information warfare russa. Il giorno successivo all’inaugurazione della presidenza, Zuckerberg ha chiesto con forza a Trump di intervenire contro la regolamentazione europea, che limita gli affari dei social del gruppo Meta nel vecchio continente.
Per finire, la militarizzazione dello Stato serve a garantire l’impunità ai pubblici ufficiali o i semplici sostenitori che violano la legge con azioni favorevoli al regime. Per esempio, non perseguendo la manipolazione delle elezioni o le aggressioni e le minacce a politici, giornalisti e attivisti di opposizione.
La democrazia liberale ha bisogno di un’opposizione robusta non soltanto nelle assemblee rappresentative, ma anche presso la società civile, i giornalisti, gli esperti, i donatori (come le imprese) e i giudici. Tuttavia, la militarizzazione dello Stato costituisce un formidabile deterrente dissuasivo che porterà molti oppositori ad autoemarginarsi dal dibattito pubblico, lasciandone il dominio all’autocrazia cleptocratica che si sta appropriando degli Stati Uniti mentre frantuma il mondo occidentale.
Eh.. sì. A quanto pare il metodo della Commissione “Mc Carthy” per la soppressione delle attività anti americane { in senso lato } is Back. ..sempre che sia mai scomparsa dai radar delle umane faccende..
Il sistema è collaudato e sempre uguale perchè squadra che vince non si cambia. ..e che l’autocrazia si pura o cleptocratica la musica è sempre la stessa..il Tango dell’Epurazione.
Risuona nelle stanze dei bottoni così come nelle mercerie agli angoli delle strade.
Perché “come in alto così in basso” continua ad essere il ritmo dell’universo.
E qualcuno si gode pure lo spettacolo. ..è l’Effetto Lucifero. Nel senso del famoso esperimento. Ci resta l’Effetto Mahatma. Nel senso di Gandhi.
E' chiaro Trump stia testando i limiti del sistema politico americano, ignorando le convenzioni non scritte che governano il funzionamento delle istituzioni, come aveva già fatto durante il primo mandato. Questo processo di destrutturazione del sistema politico è iniziato con l'elezione di Barack Obama e seguente nascita del Tea Party, rivelando la fragilità di un sistema che da tempo necessita di riforme. Il momento giusto probabilmente è già passato però.