Uno shock petrolifero si ripercuoterebbe su prezzi e consumi, con possibili effetti finanziari, ma tutto dipenderà dal controllo dello stretto di Hormuz
Riusciranno i nostri dirigenti (pubblici e privati) a riconoscere l'ennesima occasione per staccarci dalle forniture energetiche estere e spingere per sviluppare fonti rinnovabili nazionali?
Tre anni fa non abbiamo saputo fare meglio che rimpiazzare il gas russo con quello americano e qatariota. Nel frattempo, la Spagna corre con le rinnovabili e coi prezzi che può offrire continua ad attirare attività dall'estero...
Ah, potrebbe. Non sono ideologicamente contro, anche se ho qualche dubbio sul ricascare nel problema di dipendenza da fornitori esteri (sia per la materia prima che per l'arricchimento). Ma in ogni caso per ora tutti ne parlano ma nessuno muove un dito, e intanto il tempo passa, il clima peggiora, e le bollette non calano.
il punto è che il prezzo della materia prima nel nucleare incide in maniera minima sul prezzo in bolletta (i costi maggiori sono costruzione, gestione…) quindi una fluttuazione del prezzo dell’uranio sarebbe praticamente ininfluente sulla variazione del prezzo dell’energia. inoltre i paesi fornitori sono la maggior parte nel Commonwealth (e quindi più sicuri e a meno rischio guerre)
Come sempre analisi perfetta.Grazie!
Riusciranno i nostri dirigenti (pubblici e privati) a riconoscere l'ennesima occasione per staccarci dalle forniture energetiche estere e spingere per sviluppare fonti rinnovabili nazionali?
Tre anni fa non abbiamo saputo fare meglio che rimpiazzare il gas russo con quello americano e qatariota. Nel frattempo, la Spagna corre con le rinnovabili e coi prezzi che può offrire continua ad attirare attività dall'estero...
nucleare+un po’ di rinnovabili
la soluzione caro Luca è l’energia nucleare
Ah, potrebbe. Non sono ideologicamente contro, anche se ho qualche dubbio sul ricascare nel problema di dipendenza da fornitori esteri (sia per la materia prima che per l'arricchimento). Ma in ogni caso per ora tutti ne parlano ma nessuno muove un dito, e intanto il tempo passa, il clima peggiora, e le bollette non calano.
il punto è che il prezzo della materia prima nel nucleare incide in maniera minima sul prezzo in bolletta (i costi maggiori sono costruzione, gestione…) quindi una fluttuazione del prezzo dell’uranio sarebbe praticamente ininfluente sulla variazione del prezzo dell’energia. inoltre i paesi fornitori sono la maggior parte nel Commonwealth (e quindi più sicuri e a meno rischio guerre)
Newsletter scoperta da relativamente poco ma utilissima per capire
Grazie, come sempre chiaro ed esaustivo.
grazie!