32 Comments
User's avatar
Gane's avatar

In merito al modello di business di Substack, non ci sono limitazioni tecniche che impediscano di proporre abbonamenti "trasversali" che permettano la scelta on demand di contenuti premium proposti da autori differenti. Credo che la motivazione di business sia, per ora, quella che ritiene meglio sostenibile per gli autori una base di abbonati magari più ristretta ma altamente fidelizzata (da 50 60 70 euro l'anno). L'effetto complessivo per il lettore medio è dover necessariamente scegliere i (relativamente) pochi blog per i quali ci si può permettere un abbonamento.

Expand full comment
Eliana Frosali's avatar

Anni fa scrissi una lettera al Foglio suggerendo di permettere di acquistare l’articolo singolo: in alcuni casi avrei speso volentieri qualche spicciolo per alcuni opinionisti ma non certo per un abbonamento annuale. Mi dissero che non era possibile, ma

occupandomi per lavoro anche di siti so che è possibilissimo. Se Substack, piattaforma variegata sui topic più diversi, avesse una opzione bouquet di 10/20/30 articoli multi autore a una cifra ragionevole, permetterebbe di accedere a quei singoli articoli, di volta in volta in linea con i propri interessi o curiosità, senza costringere a sposare per la vita un autore. Grazie al cielo non siamo lettori monotematici. Poi un assaggio magari si potrebbe trasformare in abbonamento, le cose cambiano.

Expand full comment
Riccardo Mattolini's avatar

E stavolta non una lezione e un commento al bivio tra economia e politica, ma una fantastica lezione di vita su imprenditorialità nel mondo dei contenuti on-line. È sempre un piacere seguirti. Grazie

Expand full comment
Sara Povia's avatar

La stessa Lucarelli ha spiegato perché ha preso questa decisione. Nonostante la sua grande popolarità derivata dalla TV, in tanti anni di carriera (credo più di 20) non era riuscita ad assicurarsi nessuna certezza economica, oltre al fatto non trascurabile che hai citato tu, ossia essere depredata costantemente, senza autorizzazione, di idee e parole. Tutti lavoriamo per vivere, non c'è niente di male quindi nel cercare di monetizzare il proprio lavoro, che sia il principale o uno secondario. Tutte le creazioni dell'intelletto soffrono di questa problematica, in modo più o meno evidente. Penso alla fotografia, ad esempio: come ben sai, da quando esiste internet e la fotografia digitale, chiunque saccheggia e ruba foto senza farsi minimamente problemi. Soluzioni? Non ne ho ma, di certo, non mi sento di colpevolizzare chi voglia vivere del frutto del proprio lavoro.

Expand full comment
Massimo's avatar

Mi permetto di dissentire su alcuni punti. Il substack di Selvaggia non è minimamente paragonabile al suo, dato che accanto a dei contenuti pregevoli si accompagnano contenuti “più leggeri” che trovo poco interessanti e non è minimamente paragonabile il livello di ricerca che lei profonde rispetto alle sue tematiche. Selvaggia già precedentemente pubblicava i medesimi contenuti sulla sua pagina e lo faceva in modo gratuito, senza contare che già scrive per un famoso giornale. Far parte di un giornale significa soprattutto sfuggire all’atomizzazione dell’informazione; un giornale mi permette di identificare quella persona con una precisa linea editoriale. Da qualche tempo l’attività di Slevaggia è diventata schizofrenica, se da un lato mi parla di Stasi, dall’altro pubblica guide turistiche dei suoi viaggi, gestisce podcast, scrive della Ferragni così come dell’isola dei famosi.

Non nego che sia legittimo guadagnare sul proprio lavoro ma non amo neanche pagare un abbonamento per leggere un solo articolo che mi interessa e che precedentemente era gratuito. Non pare trattarsi di dissonanza cognitiva ma di una altrettanto legittima consapevolezza di scegliere di non finanziare un’informazione atomizzata.

Expand full comment
Fabio Sabatini's avatar

PS: per esempio, questo post ha fatto perdere alla mia newsletter una cinquantina di iscritti, che magari non hanno voglia di leggere cose su Selvaggia Lucarelli nel mio blog. Ma pazienza. Il momento in cui un autore si preoccupa di compiacere i suoi lettori sancisce la perdita dell’indipendenza, che ritengo l’aspetto fondante di una “pubblicazione” come questa.

Expand full comment
Fabio Sabatini's avatar

Ma certo che non è una dissonanza cognitiva. Non sostengo che tutti debbano pagare per leggere i post dell’autrice. Solo, ritengo che non ci sia nulla di sbagliato o preoccupante nel fatto che tanti siano disposti a sostenere un costo per leggerla. Il punto che sollevi è cruciale, secondo me: tutti i blog (non solo quello di Lucarelli) hanno contenuti potenzialmente interessanti e altri meno. È fisiologico e inevitabile. Anche io tratto argomenti diversi che possono interessare platee diverse, e ogni volta rischio di deludere parte dei lettori. Una sorta di “Substack premium”, che consentisse ai lettori di fruire di un certo numero di articoli o di accedere liberamente a un certo numero di blog sarebbe forse ideale. E comunque, per dirla tutta, ho sempre desiderato aprire anche un blog… sul calcio :)

Expand full comment
Luca Dell'Oca's avatar

La differenza secondo me è che in un blog ci si abbinata alla persona, "quasi" indipendentemente da quello che andrà a scrivere. Qui su Substack si seguono autori che sono legati a specifici argomenti. Per dire, io la seguo perche scrive ottimi approfondimenti di economia, non credo detto sinceramente mi interesserebbero le sue opinioni sul calcio :-)

La Lucarelli vende il suo personaggio prima ancora dei suoi contenuti, e in questo è totalmente assimilabile ai personaggi che lei stessa attacca, ma di cui alla fine usa gli stessi metodi.

I blog possono monetizzare con abbonamenti ma anche con la pubblicità, su Substack sinceramente non saprei, perché come già detto da altri abbonarsi a ogni autore meritevole è infattibile. Un abbonamento stile Spotify potrebbe essere la soluzione, ma non so poi quando il guadagno verrebbe diluito tra tutti gli autori.

Expand full comment
Fabio Sabatini's avatar

Concordo. Anche sulla differenza rispetto a Lucarelli, nel senso che il mio personaggio è noiosissimo e non interesserebbe a nessuno :)

Expand full comment
Massimo's avatar

Nel caso del calcio, sfonderesti:)) detto ciò, gli iscritti li hai persi perché lei è divisiva e per quanto stimi la sua penna, molto spesso è “molto furba”. Faccio un esempio:ultimamente sta criticando, giustamente, il fenomeno dell’overturismo e poi mi pubblica foto, video, suggerimenti di ristoranti dei viaggi che intraprende.

A Roma si dice:”me stai a coglioná?”

Expand full comment
marisa lazzarino's avatar

Apprezzo e condivido tutte le considerazioni contenute nell'articolo. Tuttavia non ho le idee chiare sulla forma della remunerazione pecuniaria da dare a queste particolari opere dell'ingegno. Sottoscrivere un abbonamento, anche se per somme di esigua entità, significa assumere un obbligo per il futuro, una limitazione minima ma pur sempre una limitazione. Purtroppo i temi trattati con maestria e competenza da persone qualificate come Sabatini raramente si trovano oggi nei quotidiani di produzione cartacea. Dei tempi in cui prosperavano i giornali a stampa rimpiango la possibilità di recarsi a una qualunque edicola e di decidere al momento i quotidiani da acquistare.

Expand full comment
Fabio Sabatini's avatar

Sono d'accordo. Credo che la soluzione proposta da "Il Guss" sarebbe ideale. Un abbonamento premium a Substack per leggere i contenuti che gli autori mettono dietro paywall, monetizzando una parte proporzionale degli introiti della piattaforma. Ma evidentemente non è di semplice realizzazione. Provo la massima empatia anche per quanto ha scritto Elena: abbonarsi a tutti i Substack per i quali si nutre qualche interesse è assolutamente impossibile, a meno di non essere molto ricchi.

Expand full comment
Sabina's avatar

grazie il post è molto interessante e seguo tutti i blog di cui lei parla, quindi capisco a cosa si riferisce... vorrei aggiungere che la performance di "vale tutto" è anche dovuta al fatto che Selvaggia Lucarelli, interessante e validissima content creator, è un personaggio televisivo, questo fa un'enorme differenza: chi si occupa di media conosce il fenomeno della "convergenza". La televisione per quanto sia un media generalistico, come diffusione ancora oggi stacca di gran lunga qualunque altro canale e traina verso i canali di proprietà: siti, newsletter, blog ecc...

Expand full comment
Raf's avatar
Jun 21Edited

Ciò premesso, mai darei soldi a un blog del citato personaggio, non avendo personalmente bisogno di comprare indignazione presso esperti del ramo. Trovo la contrapposizione tra le centinaia di migliaia di abbonati (che nessuno ha costretto) e gli altri che li stigmatizzano una plastica rappresentazione della tragedia italiana, entro la quale è ormai impossibile concepire la realizzabilità di cose quali la "creazione di valore" (concetto sempre più astruso) sostituita dal vagheggiamento di una sorta di redistribuzione basata sull'invidia sociale piuttosto che sui bisogni, allontanandosi così secondo una linea patologica persino dal paradigma socialista tanto amato dagli italiani di ogni colore politico.

Expand full comment
Raf's avatar

Alla fine sono i valori sociali che plasmano anche il destino economico di una società. Se gli italiani sono sempre più poveri, fanno sempre meno figli ed emigrano in numero crescente, un motivo c'è: il pauperismo unito alla dilagante invidia sociale e alla correlata assenza di prospettive. Non a caso da diversi anni giovani autori italiani stanno dando vita a una letteratura distopica ambientata in Italia, di ottima qualità, che bisognerà pensare a tradurre per chi vive fuori dalla gabbia.

Expand full comment
Amedeo Levorato's avatar

Da lettore e suo abbonato pagante, per capire, cosa si puo' fare? Di solito condivido e commento citando alcune parti del suo intervento nel mio profilo.

La condivisione e basta, a mia esperienza, non serve, le persone non visitano il link.

Su tutto il resto sono d'accordo con il suo post.

I suoi interventi sono talmente interessanti che ne farei un blog chiuso solo per abbonati.

Expand full comment
Fabio Sabatini's avatar

Di nuovo, grazie di cuore. Il problema è che la chiusura del blog alimenta il dilemma della sottoproduzione dei beni pubblici. Io avrei i miei incentivi a produrre, ma ciò che produrrei sarebbe un bene rigorosamente privato. A me sembra che le sporadiche donazioni siano un esempio mirabile di coordinamento tra persone motivate da norme prosociali, che ci consentono di cooperare per la produzione di un bene pubblico indispensabile ma raro.

Purtroppo, però, questo non risponde alla sua domanda "cosa si può fare". La cultura non si cambia facilmente, né rapidamente, e mi sembra che nessuno ancora abbia elaborato una soluzione soddisfacente. In altre parole: non lo so...

Expand full comment
IL GUSS - DOORS AND THOUGHTS's avatar

Caro Sabatini

Da lettore frequente attento e grato (e mai rapace) dei suoi utili contenuti, mi consenta una riflessione ulteriore a proposito delle paywall dei blogs. Ho la sensazione che la insostenibilità del sistema non risieda solo nella diatonia pago/non pago. I motivi di base di quella li ha svolti lei da maestro. Il problema di sostanza che resta è l’assenza di un sistema che consenta di accedere senza l’esclusiva a molte/moltissime fonti di informazione e riflessione e comunque fornire una remunerazione adeguata allo sforzo e alla competenza.

Io la Lucarelli la conosco e per questo non la leggo. Ma potrei interessarmi ad un suo contenuto (non escludo nulla…) senza dovermi abbonare al suo blog specifico ma comunque pagando il giusto.

Substack meglio di altri è una finestra su saperi infiniti e ottimi, il suo ne è la prova. Perché non creare un Sub/Substack a pagamento con accesso o variabile o illimitato (e prezzatura conseguente)? Personalmente sarei disposto a pagare per questo. Ho fatto alcune esperienze di pagamento di paywalls, ma ci si riduce a leggere la stessa fonte per le stesse persone (si ha pagato). Pagare e essere liberi di scegliere, questo è il mio punto (probabilmente non nuovo ma comunque attuale).

Expand full comment
Fabio Sabatini's avatar

Sono d'accordo. Da lettore apprezzerei moltissimo un Substack "premium" cui abbonarmi a pagamento, per leggere i contenuti "premium" di tutti gli autori. Da completo ignorante di piattaforme digitali, tuttavia, non ho idea di come si potrebbe realizzare.

Expand full comment
Aline's avatar

Forse un accesso illimitato è troppo ma anche 7€/mese per ogni autore è troppo per lo standard italiano, pur riconoscendo il valore degli autori e il lavoro svolto.

Expand full comment
Fabio Sabatini's avatar

Sono d'accordo. Per l'abbonamento annuale io ho stabilito meno della metà, 35 (2,9 al mese), ma effettuare la spesa in un'unica soluzione non è assolutamente la stessa cosa, e pochi possono permettersi di farlo a cuor leggero. Per l'abbonamento mensile, invece, la piattaforma impedisce di scendere sotto i 5€. Credo che sarebbe ideale poter stabilire un limite inferiore più basso, anche di 1€. In ogni caso, io continuerò a rendere tutti i contenuti più recenti disponibili. Su suggerimento della piattaforma, finiscono dietro paywall solo quelli più vecchi di due mesi. Per me è anche un misero tentativo di limitare la predazione sistematica da parte delle redazioni di testate online, che è davvero molto deprimente.

Expand full comment
Aline's avatar

Non me ne ero accorta, ho provveduto.

Expand full comment
Fabio Sabatini's avatar

Grazie! Sinceramente, intendevo dire che anche 35 in un'unica soluzione è tanto, e sarebbe più sostenibile poter sottoscrivere abbonamenti brevi alle stesse cifre (per esempio 3€ al mese, che non si rinnovano automaticamente), ma la piattaforma non lo consente.

Però grazie, spero di essere all'altezza della tua fiducia - e degli altri abbonati :)

Expand full comment
Marino Michelazzi's avatar

Essendo d'accordo anch'io, penso che in questo senso si potrebbe pensare ad una struttura di questo tipo (numeri indicativi)

- 50 euro/anno per 2 autori

- 100 euro/anno per 3 autori

E così via. Ogni sottoscrittore si crea la sua testata personale al prezzo che desidera...

I ricavi poi si dividono proporzionalmente tra gli autori.

Non è complicato. Se avessi 40 anni di meno (ah ah) mi ci butterei a copiare una piattaforma tipo Substack ma con una struttura dei costi diversa...

Expand full comment
IL GUSS - DOORS AND THOUGHTS's avatar

Mi lancio: se ci riescono con gli skipass per luoghi e impianti diversi, con app che coprono persino diversi continenti, non dovrebbe essere insormontabile. Comunque nel frattempo grazie per i suoi pensieri

Expand full comment
Elena's avatar

Condivido pienamente la sua proposta. È insostenibile economicamente pagare (anche se solo una piccola somma) per ognuno dei blog che si vogliono seguire a meno che si sia ricco.

Expand full comment
Elena Tosato's avatar

Selvaggia Lucarelli è quanto più distante da me, ma ho seguito il caso con interesse. Mi sembra una strategia assolutamente trasparente e legittima, e il modello di business è da valutare. Anche perché, detto fuori dai denti: di diritti d'autore tra chi scrive con regolarità non campa quasi nessuno, e le modalità con cui si fruisce dei prodotti culturali e editoriali si modificano inevitabilmente al passare del tempo.

Expand full comment
Fabio Sabatini's avatar

Grazie Elena. Sinceramente, è grazie a un tuo like che quel post è comparso sulla mia timeline, e mi ha appassionato. Anche perché appena poche ore prima avevo ricevuto una di quelle proposte assai resistibili, da parte dell'ennesimo direttore dell'ennesima testata sconosciuta (almeno a me), che mi chiedeva l'ennesimo articolo sullo stato dell'università negli Stati Uniti e in Europa - che ha generato l'ennesimo vaffa, naturalmente :)

Expand full comment
Angelo Varlotta's avatar

Sono d'accordo con quanto detto nel post, c'è da fare comunque una riflessione sul modello di business di Substack e sugli algoritmi che lo governano (ma non credo sia opportuno farlo in un commento, magari si potrebbe scrivere un post partendo dal movimento open source fino all'internet di oggi). *Anch'io ho letto della newsletter di Selvaggia Lucarelli dopo il like di Elena Tosato 😆

Expand full comment
Elena Tosato's avatar

Beh, almeno questo ennesimo ha chiesto prima! :-)

Expand full comment
Fabio Sabatini's avatar

Sì sì, ha chiesto prima. Perché voleva un articolo originale tutto per la sua testata. Gratis, però! :)

Expand full comment
Elena Tosato's avatar

A me è capitato di scrivere gratis ma solo per siti/riviste che non generavano profitto. Poi per il resto sono abbastanza "fortunata" da fare cose talmente di nicchia che nessuno in genere mi chiede niente :-D

Expand full comment